Maturità digitale delle imprese emiliano-romagnole: un percorso in evoluzione

Jul 23, 2025

Negli ultimi anni la trasformazione digitale ha rappresentato una sfida strategica per molte imprese italiane, soprattutto in Emilia-Romagna, cuore produttivo del Paese. In questo territorio la digitalizzazione si sta diffondendo in modo sempre più capillare, coinvolgendo anche realtà di piccole e medie dimensioni.

Dal 2019 Confindustria Emilia-Romagna Ricerca – attraverso il Digital Innovation Hub regionale – monitora l’evoluzione della maturità digitale delle imprese locali. Questo percorso si è ulteriormente rafforzato grazie ai progetti Bi-Rex++ (Polo di Innovazione Europeo) e ConfIN Hub (Polo Nazionale di Innovazione Digitale promosso da Confindustria), finanziati dall’Unione europea – Next Generation EU. Si tratta di iniziative fondamentali che stanno avvicinando ai percorsi di assessment numerose imprese, molte delle quali sono oggi parte integrante del campione analizzato.

Ad oggi sono 795 le imprese emiliano-romagnole analizzate e ciò ci consente di disporre di un quadro aggiornato dello stato della digitalizzazione nella regione. L’indice di maturità digitale misura la capacità delle aziende di integrare le tecnologie nei processi, nei prodotti, nei modelli di business e nella cultura organizzativa.

La composizione del campione e i livelli di maturità digitale

Il campione è rappresentativo della struttura industriale regionale: il 16% sono micro imprese, il 46% piccole, il 35% medie e il restante 3% grandi. Il 32% delle imprese sono di processo o di servizi, quindi non hanno linee di produzione, la restante distribuzione dei settori è abbastanza variegata: il 16% sono altre industrie manifatturiere; il 15% sono imprese dell’industria elettromeccanica, dei macchinari e delle attrezzature.

L’indice di maturità digitale, che misura su una scala da 1 a 5 il livello di digitalizzazione dei processi, dei modelli di business, dei prodotti e della cultura aziendale, registra una media pari a 2,85. Questo dato colloca la maggior parte delle imprese in una fase “gestita”, ovvero una situazione in cui i processi iniziano ad essere strutturati con strumenti digitali, ma non si è ancora raggiunto un livello avanzato di integrazione o automazione.

Le imprese che si trovano in una fase “iniziale”, con una gestione reattiva e processi scarsamente digitalizzati, costituiscono circa il 16% del campione. La quota maggiore, pari al 56%, si colloca nel livello intermedio, dove le attività sono ancora basate principalmente sull’esperienza, ma con un primo supporto tecnologico. Solo il 29% delle imprese ha raggiunto livelli più avanzati (3-4), contraddistinti da una maggiore interoperabilità e integrazione tra le diverse funzioni aziendali e con la catena del valore.

Le dimensioni della maturità digitale

L’indice di maturità digitale si articola in quattro dimensioni principali: esecuzione, organizzazione, tecnologia, monitoraggio e controllo.

Le performance migliori si registrano nella dimensione dell’esecuzione, che ottiene una media di 2,92. Questo indica che le imprese hanno iniziato a raccogliere e utilizzare i dati operativi, seppur in modo non sempre sistematico. La dimensione dell’organizzazione presenta un valore pari alla media generale (2,85), grazie alla presenza di pratiche collaborative e alla gestione interfunzionale più strutturata.

Più contenuti, invece, risultano i valori relativi alla tecnologia (2,73) e al monitoraggio e controllo (2,74). In particolare, nella prima dimensione si osserva una presenza delle tecnologie digitali di base, ma manca ancora una diffusione estesa di strumenti avanzati; nella seconda emerge come l’utilizzo dei dati per prendere decisioni in modo proattivo sia ancora limitato.

I tre stadi di evoluzione digitale

L’analisi ha permesso di identificare tre stadi di evoluzione digitale lungo i quali si distribuiscono le imprese osservate.

Il primo stadio è quello dell’ottimizzazione interna, in cui la digitalizzazione si concentra sul miglioramento dell’efficienza dei processi attraverso l’adozione di sistemi informativi e l’uso dei dati, con particolare attenzione alle aree della Produzione, coinvolta nel 72% dei casi, Progettazione e Ingegneria (57%), Qualità (56%) e Risorse Umane (46%).

Il secondo stadio riguarda l’integrazione, sia interna tra le aree aziendali, sia esterna lungo la catena del valore. In questa fase l’obiettivo è aumentare la velocità operativa e garantire coerenza e tracciabilità, grazie all’interconnessione tra sistemi. Le aree che mostrano i segnali più chiari di integrazione sono la Supply Chain (64%), la Logistica (49%), la Manutenzione (45%) e le attività di Marketing, Vendite e Customer Care (45%).

Il terzo e ultimo stadio è quello della trasformazione del modello di business, in cui la digitalizzazione non è più solo uno strumento operativo ma diventa una leva strategica per innovare l’intera organizzazione. In questo ambito si collocano le imprese che adottano un approccio data-driven e sviluppano Smart Product, come nel 65% dei casi rilevati, con l’obiettivo di generare valore attraverso nuovi servizi digitali e nuove modalità di interazione con il mercato.

L’Emilia-Romagna si conferma una regione particolarmente attenta all’innovazione, in cui le imprese stanno progressivamente raccogliendo i frutti degli investimenti digitali degli ultimi anni. Tuttavia, il percorso verso una piena maturità digitale è ancora in divenire. Sarà fondamentale intensificare l’adozione di tecnologie avanzate e consolidare un approccio sistemico alla trasformazione, anche grazie al supporto continuativo delle Confindustrie e Unioni Industriali Territoriali – Antenne del Digital Innovation Hub regionale, che svolgono un ruolo cruciale nell’accompagnare le imprese nel cambiamento.